Cgil, Cisl e Uil: “Cambiare la legge Fornero”.

 

By: CGIL Nazionale – All Rights Reserved

da repubblica.it – ROMA – Dalla prima segreteria unitaria dopo più di tre anni e mezzo, Cgil, Cisl e Uil escono con una strategia che ha tra le priorità “cambiare la legge Fornero”. Durante il lunghissimo incontro viene quindi individuato un nuovo fronte, oltre a quello della scuola, su cui incalzare il governo. Chiedono un incontro al ministro del Lavoro Giuliano Poletti per affrontare il tema della flessibilità nel passaggio dal lavoro alla pensione.

Nella riunione che ha come obiettivo definire una piattaforma comune da proporre a governo e controparte, i sindacati parlano anche di Europa, crescita, Mezzogiorno. E di rinnovi contrattuali, sui quali non vogliono alcuna moratoria né per quelli pubblici, né per i privati. “Se Confindustria ha intenzione di bloccare la stagione contrattuale se lo dimentichi”, dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Difficile invece, al primo incontro, trovare una quadra sul tema della riforma del modello contrattuale. “Siamo per portare a casa i contratti aperti in questa stagione – afferma il segretario Uil, Carmelo Barbagallo – ma dobbiamo approfondire le vicende sul modello contrattuale, dove ci sono posizioni ancora da dover sintetizzare”.

Il vero punto comune è il cambiamento della legge Fornero. “E’ il momento che il ministro Poletti ci convochi”, dice la leader Cisl, Annamaria Furlan. “Flessibilità senza penalizzazione, lavori usuranti e esodati sono i tre punti da cambiare della legge”, puntualizza Camusso.

La riunione, durante la quale hanno preso la parola tutti e 24 i segretari, con le conclusioni affidate ai tre leader, è una tappa importante di un percorso iniziato con l’appello all’unità lanciato a fine giugno da Camusso con una lettera diretta a Furlan e Barbagallo che hanno subito accolto l’invito. Il capitolo più delicato da affrontare era quello dei contratti. E’ un tema su cui preme la Cisl. Sul modello contrattuale – spiega Furlan – “non esiste una posizione unitaria, ma c’è la volontà di continuare il confronto”. “Importante – aggiunge – è il rinnovo dei contratti” dei singoli comparti, ma “il sindacato deve essere protagonista nella proposta sul cambio di modello”. Le variabili in gioco sono tante, dal valore della contrattazione aziendale al parametro di riferimenti a cui agganciare gli incrementi (inflazione, produttività). In tutto ciò c’è anche da sbrogliare la matassa della rappresentanza sindacale, su cui l’intesa è stata già fatta e sottoscritta ma ora deve essere applicata e i nodi da sciogliere non sono pochi. 

Più facile invece la convergenza sulle misure per la ripresa: tutte e tre le sigle spingono per ridurre il peso del fisco sul lavoro dipendente e per rimettere mano alla riforma Fornero sulle pensioni, in modo da anticipare le uscite senza grandi penalizzazioni sugli assegni. I sindacati sembrano intenzionati anche a dare una svolta alle politiche per il Sud, non escludendo azioni coraggiose pur di frenare la deriva.

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